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Orco basso, da Rivarolo a San Benigno

Orco basso, da Rivarolo a San Benigno published on

009-1500 Del principale corso d’acqua del Canavese, regione pedemontana del Piemonte a nord di Torino, ci siamo occupati con un articolo dell’inizio di giugno che riproponeva un percorso del tratto superiore, recentemente ritornato in auge grazie agli ottimi livelli idrometrici di quest’inizio della stagione 2018.

Ma oltre all’alto corso, questo bellissimo torrente offre percorsi decisamente più abbordabili e adatti per tutti i livelli e tutte le imbarcazioni: canadesi, kayak turistici e sup.
E’ il caso dell’itinerario proposto in questo articolo, circa 8 km, da Rivarolo a S. Benigno, con la possibilità di proseguire per altri 5 o 6 km fino a Chivasso.

L’imbarco è a Rivarolo Canavese a monte del ponte sulla SP 222 in riva destra, sotto un ampio parcheggio. Dalla carrareccia che porta a una cava, sulla destra alla fine di una delimitazione di blocchi di cemento, attraverso una stretta stradina tra le frasche si può accedere abbastanza comodamente alla sponda.

Le maggiori difficoltà, mai comunque superiori al 2° grado, si trovano nei primi 3 km, fino al ponte sulla SP41 in prossimità di Feletto. Si tratta principalmente di piccole rapide ondose, che è possibile anche affrontare in prossimità della sponda, riducendone ulteriormente la difficoltà. Le uniche insidie di un certo rilievo sono i rami e tronchi aggettanti all’esterno delle curve, che, specialmente all’inizio sono piuttosto nette e vanno impostate con un certo anticipo.
Subito dopo il ponte di Feletto c’è ancora una rapida ondosa, riconoscibile da due massi in mezzo al fiume, che è comunque possibile affrontare a sinistra in corrente quasi piatta, quindi la difficoltà si riduce al primo grado fino allo sbarco.
Il paesaggio è molto gradevole, il fiume si snoda, dividendosi in diversi rami, tra boschi, pascoli e campi, creando isolotti e spiagge di sassi bianchi. Se si ha fortuna si possono incontrare gli appassionati cercatori d’oro che setacciano la sabbia cercando le pagliuzze preziose con le tradizionali “padelle” di legno. Questo fiume è infatti uno dei più ricchi di minerale aurifero, tanto da essere noto in passato con l’appellativo “Eva d’or” (acqua d’oro).
L’ambiente è ancora abbastanza pulito, per essere un fiume italiano. Miracolosamente inoltre il tratto in questione non è interessato da sbarramenti (che non mancano nel tratto superiore), tranne una piccola captazione, poco prima dell’arrivo, su un ramo minore in riva sinistra.

Lo sbarco è presso il ponte sulla SP 40 tra San Benigno Canavese e Foglizzo. In questa zona siamo stati accolti da nugoli di zanzare che hanno banchettato a nostre spese, quindi è fortemente consigliato arrivarci preparati e dotati di repellente o indumenti lunghi.

Come accennato, volendo, è possibile proseguire fino a Chivasso, prestando attenzione al passaggio sotto i ponti delle autostrade A5 ed A4 dove sono presenti sbarramenti da valutare a seconda dei livelli e delle imbarcazioni.

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