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Spade Red Stick prime impressioni

Spade Red Stick prime impressioni published on

red-stick-spade-pagaia La casa austriaca è uscita quest’estate con due modelli di pagaie identiche, che cambiano solo nella composizione del materiale: entrambe sono in carbonio e vetro, ma la Black Attack ha una percentuale maggiore di carbonio (quanto però non è dato sapere), mentre la Red Stick fa un uso maggiore di fibra di vetro. Le nuove pagaie, realizzate in collaborazione con Striebel Designs, sono state premiate come “prodotto dell’anno” alla paddle expo 2021 di Lione.

Ho avuto l’occasione quest’estate di provare la Red Stick appena acquistata da un amico; non è stato un test approfondito ma solo una prova estemporanea di pochi minuti, nondimeno ritengo interessante riportare le mie impressioni, anche perché non sono in linea con il riconoscimento conferito all’attrezzo.

Partiamo dall’esame “a secco”. Il punto di forza di questa pagaia è sicuramente l’estetica di impatto e accattivante. Il colore rosso vivo, il grande logo bianco a contrasto, l’aspetto tecnologico impressionano e conquistano a prima vista. Da un esame più ravvicinato però emergono piccoli inestetismi che in foto non si notano: la colorazione rossa non è perfettamente uniforme, sembra aggiunta “a posteriori”, ossia verniciata a prodotto finito, invece che derivante dall’utilizzo di fibra intrinsecamente colorata. Ignoro se queste caratteristiche cosmetiche siano riscontrabili solo nella pagaia del mio amico, solo nelle prime prodotte, o siano le caratteristiche standard; però in un attrezzo che fa dell’impatto estetico e del look avveniristico uno dei suoi punti di forza, e che si propone con un prezzo al pubblico vicino ai 400 euro, la cosa mi ha abbastanza deluso.
Costruttivamente la pagaia è costituita da due metà, pala e manico dx e pala e manico sx realizzati in un pezzo unico, invece che dal classico sistema in tre pezzi (manico e pale). E’ una soluzione sicuramente più pregiata e tecnologica, già adottata da anni da diversi costruttori, ma in caso di rottura di una componente è meno duttile. Pur essendo quindi giuntata in metà, la pagaia che ho provato non era dotata di un manicotto di connessione che permettesse di smontarla in due parti, regolare l’angolo di sfasamento e/o la lunghezza, ma fissa. Non so se il manicotto regolabile sia possibile come optional, ma non ne ho trovato traccia nelle descrizioni, direi quindi che non è previsto.
Entrambe le metà del manico sono fortemente ovalizzate, con un grip che, eccezion fatta per il manico dritto, ricorda le prime AT. Riempie bene il pugno, ma non piacerà agli amanti della presa digitale.
Le pale hanno una forma allungata e un “offset”, ossia un anticipo rispetto al manico, piuttosto pronunciato. Hanno un profilo fortemente diedrale nella parte vicino all’impugnatura, mentre si appiattiscono verso le estremità. Lo spessore centrale vicino al manico si assottiglia gradatamente e le estremità sono sottili e piene. Non sembra presente un rinforzo all’abrasione in dynel o similari. Essenzialmente la classica lama in fibra con rinforzo centrale, da questo punto di vista niente di particolarmente tecnologico o innovativo.
Nella prova di flessione fatta “a secco”, la Red Stick, pur essendo quella con minor tenore di carbonio, appare comunque piuttosto rigida (più di quanto avrei gradito ma, per problemi tendinei e articolari, personalmente prediligo attrezzi piuttosto elastici). Il peso della Red Stick è di poco più di 1 kg, in linea con la concorrenza.

Impressioni in acqua. Come tutte le pagaie con le pale offset, a causa del disassamento, anche la Red Stick tende a ruotare/cadere in avanti, disponendosi con il cucchiaio verso l’alto e il dorso delle pale verso basso; ma l’elevata ovalizzazione del manico, che riempie molto il palmo, limita abbastanza questa tendenza rispetto ad altri modelli che ho utilizzato. Nonostante questo non ho trovato questo manico particolarmente confortevole: non si rischia di perdere o confondere l’orientamento della pala, ma preferisco un manico più arrotondato e sottile, che consenta un’impugnatura più digitale.
In fase di trazione la presa è buona e con assenza di “wobbling”, ossia ondeggiamenti e vibrazioni, come si poteva immaginare visto il profilo diedrale e il pronunciato anticipo delle pale. In contropagaiata invece il wobbling si fa sentire eccome. E’ vero che nella tecnica moderna la retropagaiata è quasi scomparsa e si opta per il controllo “in propulsione”, ma nel play e freestyle è ancora un colpo essenziale, e quindi non direi che questa pagaia sia molto adatta al gioco a al rodeo.
Nelle sfilate mi è sembrata abbastanza neutra e facile da controllare.
Nonostante si tratti del modello con minor tenore di carbonio l’ho trovata, per i miei gusti, parecchio “dura” in acqua, non dura rispetto alla superficie da tirare, ma dura come feeling. La forma e il diametro elevato del manico concorrono a limitarne il flex e irrigidirlo.
In conclusione mi è sembrata una pagaia con alcuni aspetti apprezzabili, ma altri meno (anche a seconda delle preferenze personali), certamente di buona qualità, ma non così “rivoluzionaria” come viene presentata e con un prezzo parecchio elevato rispetto alle caratteristiche, specialmente per la Red Stick. A mio giudizio, non vedo perché attribuirle il riconoscimento di pagaia dell’anno, se non per meri motivi di marketing, dal momento che, sotto ogni aspetto, non mi è sembrata superiore a tanti altri articoli presenti sul mercato, anche a prezzi decisamente più convenienti.

Mi piace di più Mi piace meno
  • Look tecnologico e moderno
  • Buona presa in trazione
  • Neutralità nelle sfilate
  • Prezzo elevato
  • Wobbling in retropagaiata
  • Difetti cosmetici
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