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Dagger Green Boat

Dagger Green Boat published on

green1 di Francesco Regina e Paolo Santoné
Ok, non è certo una novità, il “siluro” della casa americana, concepito per la famosa gara sul Green River, è in commercio già da parecchi anni, ma vedendolo esposto da Alpin Action non abbiamo resistito alla tentazione di provarlo

Il kayak è lungo 358 cm, largo 62, per un volume dichiarato di 360 litri. A prima vista la cosa che colpisce maggiormente è la lunghezza, dato che siamo abituati a scafi molto più corti. E pensare che quando ho cominciato a pagaiare la misura standard era 4 metri, e questo sarebbe stato considerato un kayak “corto”…
Osservando le linee dello scafo si nota subito però che, nonostante le misure, è un kayak moderno: le estremità sono abbastanza sollevate, soprattutto la punta, e il fondo, affusolato alle estremità, diventa semi planante, con un accenno di rails, nella sezione centrale.
L’impostazione interna è caratterizzata dalla proverbiale cura di Dagger per i particolari, non manca nulla e il kayak calza come un guanto con poche semplici regolazioni. Il pozzetto è di misura keyhole: ampio ma non enorme. Lo spazio interno ovviamente non manca neanche per i più alti. Il puntapiedi naturalmente è a piastra, di robustezza adeguata. I classici cricchetti a scatto permettono di regolare lo schienale e l’altezza delle cosce. I premicosce sono comodi e avvolgenti. Tutto molto confortevole e di aspetto solido. Il prezzo da pagare, date anche le dimensioni non proprio tascabili, è un peso che sfiora i 23 kg. Da segnalare anche il fatto che l’imbarcazione non è dotata di tutte le maniglie aggiuntive o punti di forza in coperta a cui siamo ormai abituati, ma sono presenti solo le due classiche maniglie in punta e in coda. Le maniglie aggiuntive sarebbero state comode per maneggiare e legare uno scafo di queste dimensioni, ma il progetto, in questo caso, risente evidentemente degli anni.

Il teatro della nostra prova è stato il Soča, nel tratto tra Srpenica e Trnovo, fino alla fine dello slalom. Il livello purtroppo era basso ma, se non ha permesso di valutare le prestazioni del kayak sul volume (che è naturalmente il suo ambiente d’elezione) ha permesso però di valutarne la manovrabilità nei passaggi tecnici, caratteristica che ci ha davvero stupito.
Infatti la cosa che si nota fin dalle prime pagaiate è la manovrabilità di questo scafo, davvero sorprendente per un kayak di queste dimensioni. Sfruttando l’acqua, con un po’ di malizia, si riescono a prendere morte anche molto piccole e a slalomare tra i massi con discreta agilità. La velocità è naturalmente entusiasmante. La stabilità primaria è un po’ minore rispetto ai creeker a cui siamo ormai abituati, perché la larghezza massima è contenuta in 62 cm, ma nel complesso non la definirei certo una barca instabile; la stabilità secondaria d’altronde è ottima.
Non si può certo dire che sia uno scafo portato al boof, ma grazie alla velocità e alla lunghezza i ritorni vengono “bucati” in maniera perentoria e la punta riemerge rapidamente.
Nel complesso ci è parso un kayak molto valido, e anche divertente, perché permette di coniugare le moderne tecniche di conduzione, con un modo diverso e ormai quasi dimenticato di andare in canoa. Peccato che nei nostri poveri fiumi, ormai in perenne carenza d’acqua, trovare il suo terreno ideale sia quasi un miraggio.

Ci è piaciuto di più Ci è piaciuto di meno
  • Impostazione interna
  • Velocità
  • Stabilità secondaria
  • Qualità delle finiture
  • Peso
  • Presenza di sole due maniglie

Si ringrazia Alpin Action per la collaborazione.

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